PADOVA – Sono giovani medici, molti freschi di laurea, i 37 dottori entrati in servizio in queste ore all’interno delle Usca dell’Ulss 6 Euganea, le unità speciali di continuità assistenziale che assistono i malati Covid al loro domicilio. || Sorride Iulia Bratosin nonostante maschera, cuffia e camice. E’ uno dei 37 medici appena entrati a far parte delle Usca, le unità speciali di continuità assistenziale, che curano i malati di coronavirus “paucisintomatici”, quelli che possono essere seguiti a casa. In totale questo piccolo esercito sale a 117 unità, dottori che vanno, a seconda delle necessità, anche a potenziare servizi come i punti tampone nei distretti sociosanitari, allo Stadio Euganeo, a Schiavonia. Con Iulia, pordenonese, fresca di laurea a luglio, un altro neolaureato Denni Notarangelo, pugliese d’origine ma con studi a Padova, e il bellunese Marco Milani che la laurea a Padova l’ha conseguita nel lontano ottobre 2019. Da un anno a questa parte, il mondo è cambiato, come è cambiato il volto di una sanità che ha dovuto ripensarsi per fronteggiare la pandemia. «Gli asintomatici e paucisintomatici in isolamento domiciliare sono sempre di più – ha commentato il direttore generale dell’Ulss Domenico Scibetta – i nuovi medici Usca sono certo che daranno prova di spirito di squadra, senso del dovere e flessibilità. La nuova normativa, che prevede l’effettuazione dei tamponi anche da parte dei 579 medici di medicina generale, nella loro sede ambulatoriale, agevolerà ulteriormente l’organizzazione e la risposta alla cittadinanza». (Servizio di Chiara Gaiani)