VENEZIA – Il fronte tra Regione e medici di base si è riacceso con lo strappo della Fimmg di Treviso che nel pomeriggio ha annunciato di non voler ottemperare all’ordinanza regionale. In mattinata era stato lo stesso Zaia a rivolgersi ai medici di famiglia. || “Stando ai nostri modelli matematici, il picco del Covid in Veneto è atteso tra il 15 e il 20 novembre. Se prendiamo a riferimento quanto successo tra marzo e aprile, questa è la tendenza. Abbiamo imparato che l’onda si sviluppa sui novanta giorni”.E’ una previsione in linea con i modelli matematici ma è anche una speranza quella del presidente Luca Zaia all’inizio di una settimana complicata, dominata dal dibattito attorno al nuovo Dpcm, con l’ennesimo confronto serrato tra Regioni e Governo.A mezzogiorno, mentre Zaia parlava da Marghera, il premier Conte riferiva alla Camera, annunciando coprifuoco in tarda serata – senza specificare l’orario – stop ai centri comemrciali nei weekend e didattica a distanza al 100 per 100 per le scuole superiori, mezzi pubblici carichi al 50 %.Ma il nodo è sulle misure restrittive locali, a seconda dell’indice del contagio. In attesa di capire la linea dell’Esecutivo, Zaia fissa dei punti.”In questo momento non ci sono i presupposti per un lockdown generale”, afferma Zaia. “Nel caso di misure restrittive faremo salve le attività produttive”.Fissata la linea del Piave delle restrizioni, resta la partita con i medici di base. L’accordo per i tamponi è chiuso, l’ordinanza operativa, ma il fronte è ancora caldo con Domecico Crisarà della Fimmg di Padova che ha scritto una lettera al governatore: “Non possiamo essere considerati come renitenti alla leva”, la frase più forte.Nel mirino, la questione sicurezza per gli ambulatori e la sanzionabilità in caso di rifiuto. Medici di base che ribadiscono come il tampone non possa essere indiscriminato: solo quindi soggetti in quarantena fiduciaria o con sintomi.Ma anche Zaia, dal canto suo, conferma la linea: “Nessuno qui offende i medici di base, ma qui c’è un accordo nazionale che va rispettato. I dottori hanno l’obbligo di fare il tampone e sono anche remunerati per farlo”.Operazione remunerata quindi, e già svolta – di default – da altre figure, come i medici delle Usca, pros – Intervistati LUCA ZAIA (Presidente Regione Veneto) (Servizio di Cristian Arboit)