PADOVA – Il dramma delle case di riposo dove si lotta contro il coronavirus e i familiari non possono fare visita ai loro cari. All’AltaVita Ira di Padova da due giorni sono partiti gli incontri in presenza filtrati da un vetro di protezione in aree protette esterne alla struttura o a gazebo riscaldati. || Gabriella Lombardi ha 90 anni. Elegantissima con la camicia con il fiocco, il rossetto sulle labbra, i bracciali al polso. Con gioia parla con la cugina Marilena che sente ogni giorno al telefono ma adesso torna a vedere di persona. Mezz’ora per Gabriella, mezz’ora per Dino Zago. Anche lui ha 90 anni ma ci tiene molto a raccontarci come è andato l’incontro con la figlia Paola e allora il nostro microfono supera il vetro di protezione. «La vedo bene, racconta, è senza mascherina!». Emozionata, la figlia Paola spiega di aver riannodato un filo a differenza di quanto era accaduto in febbraio e marzo con la preoccupazione di quanto stava accadendo all’interno. All’Altavita Ira di Padova da due giorni, sperimentano nuove postazioni incontro per le visite dei familiari. In Via Beato Pellegrino gli ospiti sono 350. Tutti avranno la possibilità di incontrare i loro cari grazie a queste piccole zone protette interne alla struttura ma non dentro la struttura, con un vetro a separare anziano e parenti, o a gazebo che a breve saranno riscaldati. L’anziano dentro, i familiari fuori. Protetti e sicuri da questo terribile virus gli ospiti. Presenti non solo in voce i familiari. «Tutti i pomeriggi ci saranno cinque ore dedicate ai colloqui in presenza, spiega il presidente di Altavita Ira Fabio Incastrini, con la presenza dei nostri operatori per aiutare l’anziano e per sostenerlo anche emotivamente durante l’incontro». Ai colloqui in presenza si aggiungono due videotelefonate. L’ospite durante gli incontri avvenuti fino a qualche settimana era lontano due metri dai suoi carii. Adesso può parlare più da vicino, grazie a un tablet mentre il parente usa il telefono. Ma la mascherina non c’è e questo è già un primo passo. «Il vetro fa da filtro ma anche da protezione, conclude la referente del servizio psicologico Chiara Bigolaro, sul vetro le mani si possono toccare e questo è un segno di speranza in questo difficile periodo». – Intervistati FABIO INCASTRINI (Presidente Altavita Ira), CHIARA BIGOLARO (Referente Servizio Psicologico) (Servizio di Chiara Gaiani)