VENEZIA – Decine di cittadini marocchini sfruttati nelle campagne tra Vicenza, Verona e Padova. L’operazione dei carabinieri di Venezia contro il caporalato || Alloggiavano in sistemazioni di fortuna, senza riscaldamento nè corrente, per poi essere svegliati all’alba, dai loro sfruttatori, per eludere i controlli di polizia. Venivano ogni giorno accompagnati con autovetture fatiscenti, nelle aziende agricole dove raccoglievano prodotti o allevavano il bestiame. Sotto stretta sorveglianza, fino a tarda sera, pagati 6 euro l’ora per 12 ore di lavoro e senza il rispetto di alcuna norma di sicurezza. I carabinieri del gruppo tutela del lavoro di Venezia con il supporto dell’arma territoriale e dei comandi provinciali di verona e vicenza hanno sgominato un’associazione a delinquere che sfruttava il lavoro sui campi di una cinquantina di soggetti marocchini, alcuni dei quali irregolari, dando esecuzione a tre misure cautelari, una in carcere e due ai domiciliari. Il provvedimento nasce dal risultato di un’attività investigativa partita a maggio 2019, quando i carabinieri dopo una serie di controlli effettuati in aziende agricole delle province di Vicenza Verona e Padova, hanno permesso di individuare una cooperativa agricola con sede a Cologna Veneta – nel veronese – che reclutava cittadini marocchini da impiegare come manodopera in regime di sfruttamento: il titolare, marocchino, si occupava del reclutamento, un cittadino albanese fungeva da intermediario, e, la donna italiana, collaboratrice di uno studio commercialista di Vicenza, faceva da consulente per consentire alla cooperativa di evadere gli oneri contributivi. Approfittavano dello stato di bisogno e della vulnerabilità dei lavoratori per proporsi sul mercato agricolo ad un prezzo vantaggioso per le ditte committenti – Intervistati TEN. COL. GIOVANNI PALATINI (Comandante CC Gruppo Tutela Lavoro Venezia) (Servizio di Luisa Bertini)


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