PADOVA – La giovane vittima, giusto a ottobre aveva chiesto aiuto al Centro Veneto Progetti donna di Padova. Dopo la denuncia però, il magistrato non aveva disposto l’allontanamento del marito perché nessuno -secondo le indagini dei Carabinieri- aveva confermato le violenze in famiglia. Chi poteva fare qualcosa per salvare Aisha dalla violenza non lo ha fatto. || Aicha Al Bioui era stata qui, in via Tripoli a Padova, al Centro veneto progetti donna, a ottobre. Nel giorno della sua morte per mano del marito reo confesso, in questo luogo discreto, la rabbia è sotto silenzio ma c’è.Poi la trentenne non era potuta andare a un secondo colloquio con le volontarie, ma voleva iniziare un percorso con il Centro.Manca una rete delle istituzioni che attivi la protezione della donna vittima di violenze in casa, continua Mariangela Zanni. La magistratura per prima, anzichè allontanare l’uomo violento, costringe la donna e i figli alla fuga verso la protezione, una esperienza delicata, difficile, se non traumatica.Forze dell’ordine molto attente ai reati di violenza domestica e in continui rapporti con il centro, rapporti che molte amministrazioni comunali ignorano, quando non capita che li interrompono. – Intervistati MARIANGELA ZANNI (Centro Veneto Progetti Donna) (Servizio di Guido Barbato)


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