22/02/2024 PADOVA – E’ cominciato oggi il processo sui tamponi rapidi usati durante la seconda ondata del covid e acquistati dalla Regione Veneto nel 2020. Il processo vede imputati Roberto Rigoli ex direttore delle Microbiologie del Veneto e Patrizia Simionato che all’epoca dei fatti era alla guida di Azienda Zero. || Prima udienza del processo sui tamponi rapidi acquistati dalla Regione Veneto e utilizzati per lo screening durante la seconda ondata del covid a fine del 2020. Imputati il professor Roberto Rigoli ex responsabile delle Microbiologie del Veneto e la dottoressa Patrizia Simionato che all’epoca era direttore generale di Azienda Zero. I due imputati, riniviati a giudizio un anno fa, non erano presenti in aula e durante l’udienza gli avvocati della difesa hanno sollevato la questione di nullità del decreto che disponeva il processo perchè contenente la vecchia imputazione antecedente le modifiche fatte in sede di udienza preliminare. Inoltre la difesa del professor Roberto Rigoli ha sollevato il dubbio sulla chiarezza della tipologia di accertamenti che il pubblico ministero contesta al microbiologo di non aver fatto. Si parla di accertamenti tecnico-clinico-scientifici, studio che secondo la difesa Rigoli non era tenuto a fare in quanto i tamponi della casa farmaceutica Abbot erano certificati CE/IVD quindi già verificati da enti preposti e dunque già in commercio. A Rigoli il pubblico ministero contesta una mail inviata nell’agosto 2020 ai vertici di Azienda Zero nel quale il microbiologo afferma di aver solo verificato le caratteristiche del prodotto. L’indagine sui tamponi rapidi era partita da un esposto fatto dal professor Andrea Crisanti, oggi senatore Pd, che contestava l’attendibilità dei test sulla base di un approfondimento che aveva condotto successivamente all’avvio dell’utilizzo dei tamponi antigenici da parte della Regione Veneto per lo screening covid. Il giudice nella nuova udienza prevista il prossimo 21 marzo deciderà se accogliere o meno la richiesta della difesa di Rigoli e Simionato e in caso affermativo le carte delle indagine torneranno in Procura e verrà decisa una nuova udienza preliminare. E i tempi del processo si allungono ancora con il rischio di prescrizione del reato. (Servizio di Valentina Visentin)
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