13/03/2025 PADOVA – Un giocatore di 17 anni aggredisce l’arbitro durante una partita di calcio giovanile nel padovano: scatta la squalifica per quattro anni. Nel frattempo il giudice sportivo sancisce la sconfitta a tavolino a Badia Polesine e Merlara dopo che i giocatori padovani avevano lasciato il campo per insulti razzisti. || Tornerà in campo solo nel marzo del 2029 il giocatore che ha aggredito l’arbitro durante una partita di calcio giovanile. Quattro anni di squalifica, un periodo lunghissimo a maggior ragione per un ragazzino che ha 17 anni e che di anni ne avrà 21 quando avrà la possibilità di disputare nuovamente una partita. La sanzione è stata comminata dal giudice sportivo per l’episodio avvenuto nel corso del match fra l’Unione Arzergrande Codevigo Vallonga e Usma Padova disputato a Codevigo. Nel finale di una partita molto sentita fra allievi categoria elite va in scena quel che non si vorrebbe mai vedere: l’arbitro fischia, il giocatore non è d’accordo e gli tira una pallonata addosso. Poi, non contento, gli rifila pure un calcione a una gamba e tenta di colpirlo ancora. Il direttore di gara è andato in pronto soccorso, il resto è mera burocrazia sportiva con la squalifica e tutto quel che ne consegue. Compresa una sanzione per la società. Il presidente dell’Usma Gianpaolo Peccolo ha affidato a Facebook un commento sulla vicenda e per il momento questa è l’unica forma di comunicazione che la società terrà sull’argomento: il post parla di un “raptus scellerato” che ha offeso profondamente tutta la grande comunità sportiva e che viene condannato senza appello. Peccolo annuncia quindi per non sarà proposto nessun ricorso per mitigare la pesante squalifica sperando che serva di monito a tutti. Nel frattempo il giudice sportivo ha deciso di appioppare la sconfitta a tavolino sia al Badia Polesine sia al Merlara per quanto avvenuto nella partita della 25esima giornata del girone D di prima Categoria, segnata dall’abbandono del campo dei padovani nel secondo tempo a causa degli insulti razzisti rivolti ai proprio giocatori. L’arbitro, non avendo rilevato episodi di discriminazione, non ha preso provvedimenti e non ha riportato nulla nel referto. Quindi l’interruzione del match per la giustizia sportiva non ha giustificazioni e scatta la sconfitta a tavolino per tutte e due le squadr (Servizio di Ferdinando Garavello)
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