26/01/2021 MONSELICE – Sono rare le ghiacciaie, possenti costruzioni realizzate dalle famiglie nobiliari nel passato per conservare gli alimenti, soprattutto le carni. A Monselice, nel parco Buzzaccarini ne esiste una sopravvissuta ai secoli, talvolta posta ancora in funzione. || «Un tempo le famiglie nobili avevano queste derrate conservate con il ghiaccio, raccolto durante l’inverno, ed era una cosa notevole avere queste possibilità». Spiega così l’uso di questa antica costruzione, una ghiacciaia conservata nel parco Buzzaccarini, Riccardo Ghidotti, storico di Monselice. Cacciagione, selvaggina, carne: erano le prelibatezze ad essere stoccate all’interno di questo massiccio fortino realizzato nella seconda metà del 1700, esempio rado di costruzione usata dalle nobili famiglie per la conservazione degli alimenti. Sopravvissuta ai secoli, anche se sberciata nella sua sommità originariamente decorata da piccoli minareti, il suo valore è dimostrato dal fatto che a proteggere il suo ingresso, posta nell’edicola centrale, i Cromer, patrizi veneziani con dimora a Monselice, vollero una statua, fatica giovanile di Antonio Canova. «Oggi quella statua, che rappresenta Esculapio, il dio protettore della medicina e delle Terme – continua Ghidotti – è conservata nel museo degli Eremitani a Padova». Utilizzata talvolta ancora ai giorni nostri, nella ghiacciaia gli alimenti si conservavano fino a primavera inoltrata: «Nelle nostre terre l’estate avanzava con I suoi primi caldi forti – conclude Ghidotti – e anche la ghiacciaia, pur essendo coperta da una montagnola, non resisteva alle alte temperature che facevano sciogliere il ghiaccio prima di arrivare a luglio». – Intervistati RICCARDO GHIDOTTI (Storico) (Servizio di Chiara Gaiani)


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