09/10/2025 VENEZIA – «Altro che continuità, al Veneto serve cambiamento», così il candidato presidente per il centrosinistra Manildo, che ha avuto il primo confronto con il rivale Stefani su sociale e sanità. Dal Pd l’attacco al centrodestra: «Per decidere il nome del candidato c’è voluto un pellegrinaggio tra Roma, le Marche e la Calabria». || Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per il centrosinistra, si trova finalmente davanti un rivale in carne e ossa e non più solamente un nome, sebbene la scelta di Alberto Stefani costituisca una conferma, più che una sorpresa. A poche ore dall’annuncio i due si trovano subito a confronto sul tema dei temi, sanità e sociale, da affrontare, senza polemiche e senza tifoserie. Ai due candidati vengono sottoposti i bisogni del sistema socio-sanitario dei prossimi 5 anni. Manildo predica fair-play e concretezza su questo fronte, non risparmiando però alla coalizione rivale l’ennesima frecciata sui tempi e i modi in cui è stato scelto il candidato presidente. La decisione calata dall’alto, dai palazzi romani, a cui il centrodestra veneto ha dovuto sottostare è il tema che riprende anche il segretario regionale del Partito Democratico Andrea Martella, parlando di “accordo spartitorio” per arrivare al quale, dice, è servito un pellegrinaggio tra Roma, le Marche e la Calabria. Alla faccia dell’autonomia. La montagna ha finalmente partorito il topolino dopo mesi di tira e molla, rincara Andrea Zanoni di Alleanza Verdi Sinistra. – Intervistati GIOVANNI MANILDO (Candidato presidente Veneto centrosinistra), ANDREA MARTELLA (Segretario regionale Partito Democratico), ANDREA ZANONI (Alleanza Verdi Sinistra) (Servizio di Lina Paronetto)
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