06/02/2021 ROVIGO – Un omicidio premeditato. Su questa pista si muovono gli inquirenti che stanno indagando sull’omicidio del nomade ucciso dal figlio diciassettenne con un machete a Sant’Apollinare, una frazione di Rovigo. || Un omicidio studiato, preparato dal figlio di 17 anni e dalla fidanzata di lui di 26. Gli agenti della squadra mobile di Rovigo coordinati dalla procura continuano a indagare sulla morte di Edis Cavazza, 45 anni, e sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica di quei pochi minuti di follia avvenuti in un accampamento di nomadi in Via Risorgimento a Sant’Apollinare tra i comuni di Rovigo e Ceregnano. Sono le 19.30 quando il ragazzo e la fidanzata, Annalisa Guarnieri, tornano alle roulotte. Entrano nella più grande, quella di famiglia. Entrambi, secondo quanto ricostruito sinora, brandiscono un machete, un coltello lungo mezzo metro. Mentre lui avrebbe scagliato un unico colpo contro il padre, lei avrebbe tenuto a bada la madre del fidanzato e i fratelli più piccoli. Un attimo. Edis Cavazza, colpito a morte alla clavicola sinistra, avrebbe tentato di chiedere aiuto uscendo dalla roulotte ma sarebbe morto poco dopo. I due invece si sono dati alla fuga lasciando un machete nella roulotte e disfacendosi dell’altro che pare abbiano lanciato nel Canal Bianco. Una latitanza durata solo tre ore per la coppia, arrestata dalla polizia a Ceregnano nei pressi della casa del padre della donna. Alla ricostruzione manca l’esatta motivazione del gesto: liti e dissapori erano frequenti a quanto pare tra padre e figlio, il figlio sarebbe stato in stato di alterazione psicofisica giovedì. Domande cui cercheranno di rispondere le indagini. Intanto per i due è scattato il fermo con l’accusa di omicidio premeditato in concorso, in attesa dell’udienza di convalida. (Servizio di Chiara Gaiani)


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