28/07/2021 PADOVA – Il secondo appuntamento del nostro viaggio tra i capolavori dell’affresco medievale custoditi dalla città. All’ombra della basilica del Santo, gelosamente custodito dai frati, sorge l’oratorio di San Giorgio, uno degli otto siti di Padova Urbs Picta riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Ci ha accompagnato all’interno padre Alessandro Fortin. || Una chiesetta, gioiello di fede e grande bellezza, nel sagrato della Basilica. Ecco l’oratorio di San Giorgio, chiesa consacrata che i frati del Santo usano per l’amministrazione dei sacramenti. Realizzato secondo il modello della Cappella degli Scrovegni, l’oratorio la ricorda anche nell’interno: con il soffitto dipinto a cielo stellato e le pareti che raccontano il martirio di San Giorgio, santo protettore della nobile famiglia, e quello delle sante Lucia e Caterina. Affreschi di scuola giottesca realizzati dal veronese Altichiero da Zevio nella seconda metà del XIV secolo che hanno un altissimo valore che i frati custodiscono gelosamente. In questo scrigno prezioso, tra gli otto siti riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’umanità come Urbs Picta, padre Alessandro quasi si commuove mostrandoci le anime dei ladroni morenti a fianco di Gesù crocifisso: a sinistra, il ladrone buono con l’anima, raffigurata nello stile medievale come un piccolo uomo, raccolta dall’angelo e quella del ladrone cattivo che esce dalla bocca, inghiottita dal diavolo. E poi Santa Lucia, così serena mentre viene sottoposta a una tremenda tortura in una scena talmente plastica che quasi ci fa sentire la forza dei buoi che tirano il corpo della giovane e la sua serena resistenza sostenuta dal divino. Bello e sacro, così come nello spirito che questi grandi uomini d’arte cercavano di trasmettere. – Intervistati Padre ALESSANDRO FORTIN (Servizio di Chiara Gaiani)


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