09/02/2022 PADOVA – Con l’operazione “Paga Pantalone” la Guardia di Finanza diretta dalla Procura di Padova ha scoperto una maxi truffa per ottenere prestiti bancari per le aziende, garantiti dallo Stato, durante il periodo della pandemia. Le aziende però non c’erano e i soldi sono stati intascati da privati che sono stati fermati. || Padre e figlio di Padova agli arresti domiciliari e altre quattro persone -residenti in provincia di Roma e nel Ferrarese, tra loro anche una commercialista- sottoposte a obbligo di dimora o alla firma dai Carabinieri, . La Procura di Padova, in base alle indagini svolte dalla Guardia di Finanza ha autorizzato il sequestro preventivo di beni mobili e immobili per tre milioni e mezzo di euro di valore intestati a varie società. Secondo le accuse le sei persone fermate, insieme ad altre 14 per ora solo indagate, erano le componenti di un’associazione a delinquere con base a Padova, che avrebbe commesso una gigantesca truffa allo Stato ottenendo 4milioni e trecentomila euro di prestiti bancari coperti dal Fondo di Garanzia del Governo per le piccole e medie imprese. Mutui per lo sviluppo delle aziende diventati più facilmente accessibili dalle misure urgenti adottate per fronteggiare l’emergenza COVID-19. Ma le imprese beneficiarie dei mutui in realtà non c’erano ed era la banda a preparare tutte le documentazioni false per avere i prestiti: le sedi delle aziende erano nell’ufficio dei due padovani ora ai domiciliari, in via Tommaseo, in una scatola con dentro solo i timbri delle ditte. Circa un quinto delle rate dei mutui ottenuti è stato restituito alle banche.Sarebbero sessanta i conti correnti bancari aperti dalla banda per conto delle aziende che gestivano. Banda che negli ultimi tempi si doveva essere insospettita, dotandosi anche di rilevatori di cimici. – Intervistati MICHELE ESPOSITO (Comandante provinciale Guardia Finanza Padova) (Servizio di Guido Barbato)
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