27/05/2022 SANT’URBANO – Pubblicate le motivazioni che hanno portato alla condanna del carabiniere che sparò e uccise Mauro Guerra nel 2015 durante un trattamento sanitario obbligatorio || La morte di Mauro Guerra poteva essere evitata. A dirlo le motivazioni pubblicate dalla corte d’appello di Venezia che lo scorso febbraio ha ribaltato la sentenza di primo grando condannando il maresciallo dei carabinieri che ha sparato al 33enne di Carmignano Sant’Urbano il 29 luglio del 2015 durante un trattamento sanitario obbligatorio. In secondo grando il carabiniere comandante della stazione di Carmignano Sant’Urbano è stato ritenuto responsabile di eccesso di legittima difesa mentre in primo grado era stato assolto. Quel 29 luglio di ormai 7 anni fa il carabiniere sparò a Mauro Guerra che stava colpendo un suo collega durante la fuga nei campi per evitare il tso. Nelle motivazioni delle sentenza di secondo grado i giudici spiegano che il maresciallo Pegoraro avrebbe potuto agire diversamente e non sparare a Guerra che a terra e mezzo ammanettato stava prendendo a pugni un appuntato. Dopo aver esploso i tre colpi in aria, il maresciallo – secondo i giudici – avrebbe potuto raggiungere alle spalle Mauro Guerra con altri colleghi e colpirlo con il calcio della pistola e così si sarabbe potuto evitare di colpirlo e ferirlo mortalmente. I giudici inoltre riconoscono che l’azione che ha portato alla morte del 33enne è stata fatta in base a delle percezioni dovute a delle supposizioni dei carabinieri e non dalla diretta osservazione dei fatti. La corte d’Appello ha condannato il maresciallo anche al pagamento di una provvisionale immediata di 80 mila euro a testa per i genitori di Mauro Guerra e di 50 mila euro a testa per la sorella e il fratello. (Servizio di Valentina Visentin)


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