31/05/2022 PADOVA – L’inchiesta sul caporalato che ha coinvolto due aziende padovane tra cui la Grafica Veneta. La procura di Padova ha chiesto il rinvio a giudizio per dodici persone e l’archiviazione per altre cinque. Archiviata anche la posizione di Fabio Franceschi, il titolare di Grafica Veneta. || 12 rinvii a giudizio, cinque archiviazioni. Un altro punto fermo nell’inchiesta sul caporalato aperta dalla procura della repubblica di Padova nel luglio del 2021. Una bufera che si era abbattuta su due aziende del padovano tra cui Grafica Veneta spa di Trebaseleghe. Tra le cinque posizioni archiviate “non essendo state raccolte prove a suo carico circa la consapevolezza della situazione dei lavoratori stranieri” scrive il procuratore di Padova Antonino Cappelleri, anche quella del titolare di Grafica Veneta Fabio Franceschi. Undici gli arrestati nel luglio del 2021, coinvolti a vario titolo in un’indagine condotta dai carabinieri di Padova sullo sfruttamento di un gruppo di lavoratori pachistani da parte dei dei due connazionali titolari della Bm Service di Trento. Uomini costretti a turni di 12 ore di lavoro, senza indennità, e in caso di ribellione picchiati e sequestrati. Tra gli indagati il titolare della Bm Service, Badar Arshad Badar di 55 anni, e i due figli, tutti ancora in carcere, indatai per rapina, sequestro di persona estorsione, violenza privata, lesioni personali. Altri due indagati, Giampaolo Pinton e Giorgio Bertan, rispettivamente responsabile della sicurezza e ad di Grafica Veneta lo scorso ottobre avevano patteggiato una pena di sei mesi, commutata in 45 mila euro di multa, per sfruttamento del lavoro. (Servizio di Chiara Gaiani)


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