01/10/2022 ALTA PADOVANA – E’ boom nell’Alta Padovana per la coltivazione di una pianta poco conosciuta e particolare: il luppolo, principale ingrediente della birra. || Il 2022 si sta rivelando un’ottima annata per la produzione del luppolo nell’Alta Padovana. Una pianta pressochè sconosciuta fino a dieci anni fa, mentre oggi sono cinque gli ettari dedicati, e una decina le aziende agricole che coltivano solo questa pianta, per un fatturato di 100mila euro con enormi margini di crescita, secondo Cia Padova, perchè la richiesta di luppolo da parte dei mastri birrai che producno birre agricole è sempre maggiore. Un esempio? Un’azienda di San Martino di Lupari è l’unica impresa a livello nazionale che si occupa della riproduzione, in vitro, di piante di luppolo, che vengono esportate in tutta Italia, oltre che in Ungheria, Francia e Spagna”. 100.000 le piantine di luppolo coltivate in questo vivaio su una superficie di 1.500 metri quadrati. Per questo tipo di produzione poi, a differenza di molte altre, la stagione è stata particolarmente favorevole, nonostante la siccità registrata tra marzo e agosto, perchè il secco ha contribuito ad azzerare, o quasi, le malattie nei campi a luppolo dell’Alta Padovana e della Pedemontana. D’altra parte, i problemi principali sono la burocrazia e gli altissimi costi dei macchinari. (Servizio di Federico Fusetti)


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