13/01/2023 PADOVA – Sarà eseguita oggi l’autopsia sul corpo del giovane tunisino annegato nelle acque del Brenta durante un controllo di polizia. Ieri intanto sono stati sentiti due testimoni: «Nessuna violenza, gli agenti hanno tentato di salvarlo». || Ha aperto un fascicolo per il reato di resistenza a pubblico ufficiale il pm Luisa Rossi che sta indagando con la squadra mobile di Padova sulla morte di Oussama Ben Rebha, il giovane tunisino recuperato senza vita dai vigili del fuoco dopo che lunedì pomeriggio si era lanciato nel fiume Brenta in Via Querini a Pontevigodarzere per sfuggire a un controllo di polizia. Dopo le accuse di violenza lanciate contro gli agenti martedì da un’amica di Oussama che sul posto assisteva disperata alle operazioni di recupero del suo corpo senza vita, nella giornata di ieri, gli inquirenti hanno sentito due testimoni che alle sedici di lunedì pomeriggio stavano passeggiando e hanno assistito alla scena. I due avrebbero fornito una versione contrastante rispetto a quella dell’amica di Oussama. Sarebbe stato il giovane tunisino a strattonare uno degli agenti che lo aveva fermato per un controllo, sfuggendo e lanciandosi in acqua. L’agente, contuso, avrebbe tentato di soccorrerlo raccogliendo un ramo e urlando al giovane in acqua di aggrapparsi. Una prima risposta ai dubbi sulla morte dello straniero potrebbe arrivare dall’autopsia che sarà eseguita nella giornata odierna. In sostegno degli operatori di polizia, i colleghi del Sap che ricordano come i poliziotti tutti i giorni effettuino “decine di interventi sul territorio con il solo fine di far rispettare le leggi e tutelare i cittadini onesti”. Nel frattempo la comunità tunisina si è stretta attorno alla giovane moglie e al figlioletto di appena un anno di Oussama Ben Rebha. Il suo funerale sarà celebrato in patria. Amici e parenti stanno organizzando una colletta per raccogliere i fondi per sostenere le spese.giovane annegato testimoni (Servizio di Chiara Gaiani)


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