07/02/2023 PADOVA – Lunga giornata in tribunale ieri per il microbiologo Roberto Rigoli e l’ex dg di Azienda Zero Patrizia Simionato. SI è svolta l’udienza preliminare dell’inchiesta sui test rapid covid || Dopo sette ore la decisione è stata rinviata a venerdì. Ieri in aula la lunga giornata dell’udienza preliminare sul caso tamponi rapidi in Veneto che vede imputati per concorso in falso ideologico e in turbativa d’asta, il dottor Roberto Rigoli all’epoca dei fatti a capo delle microbiologie del Veneto e l’ex direttore generale di Azienda Zero Patrizia Simionato oggi a capo dell’ulss polesana. L’indagine era partita nel novembre 2020 in piena pandemia da un esposto del professor Andrea Crisanti direttore della Microbiologia di Padova e oggi senatore del partito democratico. Il papà dei tamponi molecolari e dello studio di Vo riteneva che i tamponi rapidi utilizzati dalla regione per lo screening covid non fossero attendbili per la loro scarsa sensibilità. Sotto accusa la procedura per testarne l’affidabilità. Il dottor Rigoli ha spiegato per oltre un’ora spiegando nel dettaglio come vennero testati i tamponi della casa farmaceutica Abbott. I tamponi erano certificati con marchio CE/IDV un aspetto che secondo la difesa di Rigoli significava che lo screening da parte della Regione non era necessario, visto che lo garantiva già l’azienda produttrice. Il via libera di Rigoli all’acquisto dei tamponi rapidi fece scattare la spesa effettuata dal direttore generale Patrizia Simionato che due lotti da 900 mila e 1 milione e 260 mila euro. Venerdì il giudice deciderà se Rigoli e Simionato dovranno andare a processo. (Servizio di Valentina Visentin)


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