15/02/2023 PADOVA – Inchiesta tamponi rapidi durante il covid. Lunedì il giudice deciderà quali intercettazioni ammettere al processo. Si esclude che verranno inserite quelle del presidente Luca Zaia || Dopo il rinvio a giudizio del microbiologo Roberto Rigoli e dell’ex direttore generale di Azienda Zero Patrizia Simionato nell’ambito dell’inchiesta sui tamponi rapidi utilizzati dalla Regione Veneto durante la pandemia, la procura di Padova lunedì prossimo dovrà decidere quali intercettazioni telefoniche e ambientali dovranno essere ammese al processo che inizierà il 22 febbraio del 2024. La decisione verrà presa il 20 febbraio che coincide con il terzo anniversario dell’inizio della pandemia in Veneto con la scoperta dei rpimi due contagiati di Vo’. L’indagine era partita nel novembre del 2020 dopo un esposto del microbiologo ora senatore Pd Andrea Crisanti alla guardia di Finanza che contestava la scarsa sensibilità dei tamponi della casa farmaceutica Abbott utilizzati per i tracciamenti dei contagi covid. Le intercettazione finite sul tavolo del pm risalgono al settembre del 2020 quando la Procura stava indagando sugli appalti delle mense negli ospedali. Lunedì il giudice invece quasi sicuramente non includerà le intercettazioni   dove il presidente del Veneto Luca Zaia attacca l’operato del microbiologo Crisanti con cui aveva rotto i rapporti bruscamente dopo lo studio di Vo. Nel processo verranno esaminati anche tre studi di tre universià straniere sui tamponi e il parere del virologo Giorgio Palù richiesto dalla difesa di Rigoli e Simionato. (Servizio di Valentina Visentin)


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