27/03/2023 PADOVA – La squadra mobile di Padova ha sgominato un’organizzazione che operava tra Veneto ed Emilia Romagna per regolarizzare immigrati attraverso falsi contratti di lavoro. || Gli incontri per strada dove gli immigrati portavano soldi in contatti – duemila euro – per ottenere un permesso di soggiorno per motivi di lavoro, una somma che serviva a produrre contratti d’assunzione e buste paga falsi. Le immagini degli scambi di denaro che hanno incastrato un’associazione a delinquere – con reti in tutto il Veneto – che in pochi anni approfittando della sanataria 2020 e del decreto flussi era riuscita a rilasciare permessi di soggiorno per 77 stranieri che di fatto non ne avevano i requisiti e che ora sono indagati. A capo dell’organizzazione un 58enne di Monselice e un 50enne di Porto Viro che sono stati arrestati, erano loro che entravano in contatto con gli extracomunitari e che reclutavano mentre erano in coda agli sportelli degli Uffici immigrazione.L’associazione criminale operava a Padova, Rovigo, Venezia, Treviso, Vicenza e anche fuori regione tra Parma, Ferrara, Rimini e Ravenna. I due arrestati fornivano – dietro pagamento – la documentazione necessaria per avviare la pratica di permesso di soggiorno. Insieme a loro un 48enne di Fiesso Urmbertiano ovvero il datore di lavoro fittizio che accompagnava gli stranieri negli uffici pubblici delle Questure di Rovigo e Ferrara. Coinvolti nell’organizzazione criminale anche due professionisti un 57enne consulente del lavoro di Porto Viro e un 48enne di Padova Abogado “abilitato” in Spagna per entrambi è scattata la sospensione professionale per sei mesi. Il consulente metteva a disposizione le proprie credenziali di accesso alle banche dati dei vari enti pubblici, elaborando i documenti falsi e registrandoli presso il Centro per l’impiego territoriale. L’abogado gestiva le pratiche negli uffici immigrazione e nelle prefetture, insieme al 58enne di Monselice era finito in un’altra indagine della Squadra Mobile di Padova sempre in materia di immigrazione clandestina. Questa inchiesta era partita alla fine del 2020 durante gli accertamenti su dei documenti presentati da un cittadino nigeriano d (Servizio di Valentina Visentin)


videoid(7hUa-m481Uk)finevideoid-categoria(servizio_tg)finecategoria