20/10/2023 PADOVA – Avevano dato vita a una fiorente attività di fornitura di manodopera attraverso cooperative che non pagavano i contributi i due imprenditori denunciati dalle Fiamme Gialle di Padova che hanno sequestrato beni per 5,5 milioni di euro. Tra i beni sequestrati anche una “mining farm”, una struttura utilizzata per “estrarre” criptovalute. || Un lavoro di indagine imponente, tra i primi in Europa per quanto riguarda il fronte delle criptovalute, quello portato a termine dalla guardia di finanza di Padova e dal nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche di Roma. In totale sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni mobili e immobili per 5,5 milioni di euro. Due i principali indagati responsabili di somministrazione di manodopera in modo non autorizzato attraverso una società operante in Veneto che, attraverso alcune cooperative di lavoratori con sede anche in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte, forniva lavoratori senza pagare contributi e tasse. Parte dei soldi nelle disponibilità degli indagati sarebbero stati utilizzati per la creazione di una mining farm in grado di estrarre criptovalute. La struttura sottoposta a sequestro era allestita in un prefabbricato dotato di ventilazione e impianto di raffreddamento per l’ingente consumo di energia dei sistemi di hardware utilizzati, pari a circa 100.000 euro annui. Nelle disponibilità dei promotori anche diversi portafogli virtuali, wallet, in cui erano confluite le criptovalute prodotte dalla struttura informatica. Tra i beni sequestrati anche un’imbarcazione da diporto del valore di un milione di euro. (Servizio di Chiara Gaiani)


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