27/11/2023 PADOVA – Il Consiglio di Amministrazione del Maap, il Mercato Agroalimentare di Padova, prende posizione sui casi di caporalato registrati tra cooperative e grossisti. «Non vogliamo lavarcene le mani, ma non abbiamo gli strumenti per fare controlli». || Dopo la vicenda dei casi di caporalato all’interno del Mercato Agroalimentare di Padova, il Maap, con tre misure cautelari a carico di chi si sarebbe fatto pagare per gestire il lavoro di alcuni stranieri, i vertici della struttura chiariscono la loro posizione.In pratica le cooperative offrono l’attività dei loro lavoratori ai singoli grossisti, ma il Maap non può intervenire su questo. Tra l’altro il consiglio di amministrazione è composto da 5 membri, poi ci sono i 3 componenti del collegio sindacale, e i 5 dipendenti più il direttore. Queste 16 persone hanno a che fare con 30 imprese, 1400 persone tra clienti, fornitori e lavoratori, che ogni giorno, dalle 4 alle 11.30 del mattino, varcano i cancelli in corso Stati Uniti dei 100mila metri quadrati coperti del Maap.Il Maap comunque sta cercando di modificare norme e statuto per effettuare un controllo più stringente sulle ditte, non vuole lavarsene le mani. Intanto il Maap, nato 26 anni fa, è un raro esempio in Europa di collaborazione pubblico privato che funziona. Il Comune ha il 39% delle quote, la Camera di Commercio il 12. Un 51% totale di pubblico, a fronte del 48% dei grossisti, che sono il privato. E quest’anno, nonostante le difficoltà, il bilancio chiuderà in attivo. – Intervistati MARIO LICCARDO (Presidente Maap Padova) (Servizio di Federico Fusetti)


videoid(zLr6zA5PA-I)finevideoid-categoria(servizio_tg)finecategoria