18/01/2024 PADOVA – L’inchiesta sulla gestione migranti a Padova nel periodo di massima emergenza nel 2015, sono stati assolti gli ex funzionari Prefettura di Padova imputati insieme ai vertici della coop Ecofficina anche loro assolti || Erano stati accusati a vario titolo di turbativa d’asta, frode, rivelazione del segreto d’ufficio, falso ideologico, abuso d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità nella gestione del centri per migranti accolti nell’ex area “Prandina” a Padova e nell’ex base di San Siro a Bagnoli di Sopra. Dopo una lunga vicenda processuale sono stati assolti dal Tribunale di Padova tre ex funzionari della Prefettura e i vertici della cooperativa Ecofficina. Prosciolti perché il fatto non sussiste, al termine del processo durato tre anni, l’ex viceprefetto vicario Pasquale Aversa, Alessandro Sallusto, all’epoca viceprefetto, Tiziana Quintario, funzionaria che in quel periodo era addetta alla gestione migranti, Simone Borile, gestore della Ecofficina (poi Edeco), sua moglie Sara Felpati, e il terzo ex socio Gaetano Battocchio. L’ex vieprefetto vicario Aversa è stato anche assolto per non aver commesso il fatto dal reato di rivelazione di segreti d’ufficio. Per alcuni dei capi di imputazione è intervenuta la prescrizione del reato. La vicenda era emersa nel 2015, sotto la lente dei magistrati era finita l’assegnazione di un bando del marzo di quell’anno predisposto dalla Prefettura padovana per fronteggiare l’emergenza migranti, un accordo quadro sottoscritto con la cooperativa sociale della bassa padovana che all’epoca si chiama Ecofficina. L’accusa nei confronti dei funzionari pubblici era quella di non aver compiuto le necessarie verifiche sulla gestione dei due hub: quello della Prandina a Padova e quello di San Siro a Bagnoli. In sede di giudizio però si è tenuto conto della situazione straordinaria che si era venuta a creare in quel periodo. (Servizio di Valentina Visentin)


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