10/09/2024 VIGONZA – Continuano le indagini sull’omicidio di Giada Zanola, la giovane mamma lanciata dal cavalcavia di Vigonza lo scorso maggio, per il suo delitto è in carcere il compagno Andrea Favero. Spunta l’ultimo messaggio che la donna ha inviato ad un’amica poche ore prima di morire. || “Mi sento fiacca, ci vedo doppio” questo l’ultimo messaggio inviato da Giada Zanola ad un’amica. Sono le 20.30 del 28 maggio, la mattina seguente il corpo straziato della 34enne viene ritrovato lungo la A4 ai piedi del cavalcavia di Vigonza. Quando l’amica risponde “Come mai?” sono circa le 21.20, ma da Giada silenzio. E’ uno dei nuovi dettagli che emergono dalle indagini sul femminicidio della giovane mamma gettata dal cavalcavia a pochi metri da casa dal compagno che molto probabilmente l’aveva stordita con dei farmaci. Nel sangue della donna gli esami tossicologici hanno rilevato tracce di benzodiazepine. Da tre mesi in carcere c’è il compagno Andrea Favero che davanti ai poliziotti della squadra mobile aveva ammesso di aver lanciato Giada dal cavalcavia al culmine di una lite, salvo poi fornire davanti al pubblico ministero e al giudice una versione confusa tratteggiata da molti “non so, non ricordo”. Ma dai racconti di un’amica di Giada emerge un altro dettaglio inquientante. Un mese prima di morire la giovane aveva scritto di essere stata male, aver vomitato e poi di essere svenuta dopo aver bevuto un cocktail preparatole dal compagno e di avere l’atroce dubbio di essere stata violentata mentre era incosciente. L’uomo infatti voleva un secondo figlio anche se il rapporto era in crisi e Giada lo voleva lasciare. Il figlio sembra essere al centro dei litigi di coppia, perchè Giada aveva minacciato di andarsene e di portarlo con sè, una storia raccontata più volte da Andrea Favero agli investigatori. (Servizio di Valentina Visentin)

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