05/06/2025 LIMENA – Le indagini sull’omicidio di Franco Bernando Bergamin lo scorso febbraio a Limena, i carabinieri del Ris confermano che le impronte sui sacchi dov’è stato nascosto il cadavere sono quelle del triestino Alessio Battaglia || Le impronte di Alessio Battaglia sono le uniche sulla scena del crimine. Le analisi effettuate dai carabinieri del Ris le hanno rilevate sui sacchi e sui teli usati per sigillare l’armadio e il corpo di Franco Bernardo Bergamin dopo il suo omicidio. Il 41enne triestino in carcere per l’assassinio del pensionato di Limena è stato l’unico a toccare il materiale usato per nascodere il cadavere, non ci sono invece impronte della sua fidanza presente in casa al momento del delitto ma non indagata. La donna era in un’altra stanza e non avrebbe dunque partecipato alla collutazione. La morte di Bergamin è avvenuta il 22 febbraio scorso al culmine di una lite Battaglia che da mesi era ospitato nella casa dell’84enne ha ammesso di aver colpito con degli schiaffi l’anziano che è caduto a terra ferendosi alla testa. Il 41enne ha detto anche di aver somministrato un antidolorifico alla vittima prima del decesso. Una versione che però sembra essere smentita dalle indagini degli esperti. L’autopsia ha rivelato infatti che aveva il collo spezzato, una frattura compatibile con una mossa di arti marziali e non come conseguenza di una caduta. Battaglia poi ha chiuso il cadavere in alcuni sacchi e dentro un armadio sigillato con del nastro adesivo alla fine ha sparso del profumo per nascondere gli odori del corpo in decomposizione. Battaglia è rimasto nell’appartamento per alcuni giorni prima di scappare a Monfalcone dove è stato arrestato dai carabinieri. (Servizio di Valentina Visentin)

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