19/12/2025 TORRI DI QUARTESOLO – Nell’inchiesta sulla morte di Diana Canevarolo accanto all’ipotesi dell’omicidio volontario, sulla quale indaga la Squadra mobile della questura, emerge lo scenario alternativo dell’incidente, coltivato adesso dalla famiglia e dal suo legale Cesare Dal Maso. || Per due settimane l’ipotesi dell’omicidio ha dominato il racconto pubblico sulla morte di Diana Canevarolo. Oggi, però, c’è un’altro scenario che prende spazio nelle indagini. Ed è lo stesso legale della famiglia ad aprire a una possibilità finora rimasta sullo sfondo: che non si sia trattato di un delitto. L’avvocato Cesare Dal Maso, che assiste il figlio Nicolò, invita alla prudenza. «L’idea che ci siamo fatti – spiega – è che possa essere stato anche un incidente». Un’ipotesi che tiene conto delle condizioni di fragilità della donna, della sua salute, e della possibilità di una caduta accidentale, magari provocata da un malore o da una perdita di equilibrio. Secondo il legale della famiglia, Diana potrebbe essere inciampata, aver urtato contro elementi rigidi del cortile o delle pertinenze condominiali, riportando ferite gravi senza l’intervento di terze persone. Una dinamica che, all’inizio, non era stata accolta né dai familiari né dagli inquirenti, ma che ora torna sul tavolo con maggiore attenzione. Resta il nodo centrale: stabilire l’origine delle lesioni. Saranno gli accertamenti medico-legali, le analisi tecniche e la ricostruzione degli ultimi movimenti della donna a chiarire se quei segni siano compatibili con una caduta oppure con un’aggressione. Nel frattempo, il clima resta sospeso tra dolore e attesa. Le fiaccolate di Vò e Torri di Quartesolo hanno restituito il volto di una comunità che chiede verità, non scorciatoie. La procura continua a indagare senza escludere alcuna pista. E oggi, più che mai, vale una sola certezza: la verità non si costruisce sulle emozioni, ma sui fatti. (Servizio di Ivano Tolettini)


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