03/03/2022 PADOVA – In città non si arresta la mobilitazione a sostegno della popolazione ucraina stremata dalla guerra scatenata dalla Russia. Nella sede della chiesa greco-cattolica di Padova partita la raccolta di farmaci || Gli scatoloni pieni di farmaci, garze e siringhe. Non si ferma la raccolta di medicinali da mandare nel paese martoriato dalla guerra. Qui in riviera san Benedetto a Padova una delle chiese della comunità ucraina di culto greco-cattolico da giorni si lavora senza sosta per far arrivare tutto l’aiuto possibile a chi è bloccato nelle città bombardate o ai soldati in combattimento. A coordinare i volontari c’è don Ivan capellano ucraino da 10 anni a Padova. Da giorni è in continuo contatto con i connazionali in Ucraina e quelli presenti qui in città che stanno accogliendo i parenti e i conoscenti in fuga.Scappare dalla guerra è difficile – ci spiega – le code dei profughi al confine sono lunghissime. A Kiev invece la gente vive barricata nei sotterranei della metropolitana. Per chi riesce ad arrivare in Veneto la macchina sanitaria attivata dalla regione per la prima assistenza ha messo in campo punti tampone per lo screening anticovid. Su 211 persone 11 sono risultate positive. Alcuni sono bambini arrivati nei giorni scorsi a Rubano, accolti nel seminario minore messo a disposizione dalla Diocesi. – Intervistati Don IVAN CHVERENCHUK (Cappellano Chiesa Ucraina Greco-Cattolica) (Servizio di Valentina Visentin)


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