30/04/2025 BORGO VENETO – I carabinieri hanno finalmente interrogato la 55enne trovata in fin di vita lo scorso gennaio a Borgo Veneto accanto al corpo del compagno che si era suicidato. La donna però non ricorda nulla || Nessun ricordo di quel giorno, quando si è svegliata sono stati i carabinieri a rivelarle che il compagno Silvano Vigato era morto per un colpo di pistola che si era autoinferto. Il giallo di Borgo Veneto rimane tale anche dopo che la 55enne trovata in fin di vita accanto all’uomo nella villetta di via Rossini lo scorso 29 gennaio si è risvegliata e ha ripreso conoscenza. La donna, dall’ospedale di Schiavonia, ormai da qualche settimana è stata trasferita nel reparto di riabilitazione dell’ospedale di Consleve, ai carabinieri che hanno parlato con lei ha detto di non ricordare nulla di quel giorno, la sua memoria sembra aver cancellato ogni ricordo di quella vicenda. La 55enne era stata ritrovata in fin di vita dalla figlia che era arrivata nella villetta di Borgo Veneto di proprietà di Silvano Vigato con cui la donna aveva una relazione da 12 anni. L’uomo era morto, accanto al suo corpo la pistola che deteneva regolarmente, ucciso da un colpo al petto autoinferto come stabilito dall’autopsia e dagli esami balistici. La 55enne invece era priva di sensi, sul suo corpo alcuni lividi sospetti che potrebbero essere riconducibili ad una tentata aggressione. Non è escluso che ci possa essere stata una lite tra i due e che Vigato abbia tentato di ucciderla e poi credendola morta si sia sparato, ma queste sono solo ipotesi senza alcuna certezza visto che l’unica testimone non ricorda nulla. La Procura di Rovigo che aveva aperto un’indagine a carico di ignoti per i reati di istigazione al suicidio e lesioni personali aggravate vista la mancanza di elementi potrebbe andare verso la richiesta di archiviazione. (Servizio di Valentina Visentin)
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