18/02/2022 MONSELICE – A quasi due anni dell’arrivo del Covid in Veneto, Schiavonia – l’ospedale simbolo della pandemia – riapre il pronto soccorso. Domani intanto i sindaci della bassa padovana tornano a manifestare proprio davanti all’ospedale per chiedere che il nosocomio non sia mai più Covid hospital || Un minuto di silenzio per ricordare le vittime del covid. A pochi giorni da quel 21 febbraio 2020, quando il coronavirus fece irruzione nella nostra regione con i due primi contagiati Schiavonia ripare il pronto soccorso ai pazienti non covid. Una riapertura che ha il sapore della speranza.Schiavonia – ospedale di riferimento della Bassa Padovana – nelle diverse ondate del virus è sempre stato scelto dalla Regione come covid hospital della provincia di Padova. In questa ondata però è riuscito a mantenere anche attività non covid come il punto nascite, l’oncologia e la psichiatria. Ora grazie al progressivo svuotamento dei reparti covid e il ritorno di operatori sanitari impegnati nelle vaccinazioni e nei tamponi, l’Ulss 6 inizierà anche il recupero delle prestazioni ambulatoriali oltre 33 mila quelle da fare, dei ricoveri chirurgici quasi 6000 e degli oltre 25 mila screening oncologici. Entro un anno la promessa che verranno smaltite tutte.Intanto nelle prime ore di riapertura del pronto soccorso a Schivonia sono già stati visitati quasi 90 pazienti non covid. Il calo dei contagi e della pressione nei reparti ha permesso di rimodulare i posti letto della terapia intensiva. – Intervistati PAOLO FORTUNA (Direttore Generale Ulss 6 Euganea), Dott. FABIO BARATTO (Direttore Anestesia e Rianimazione Ospedale di Schiavonia) (Servizio di Valentina Visentin)


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